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Domande ed eccezioni conseguenti alle difese del convenuto vanno proposte a pena di decadenza entro la prima udienza di trattazione (Cass. 30745/2019).
La Suprema Corte, con l’ordinanza del 26 novembre 2019 n. 30745 (testo in calce), ribadisce un principio ormai consolidato in ambito processuale, ossia che la memoria ex art. 183 c. 6 n. 1 c.p.c. consente all'attore di precisare e modificare le domande già proposte, ma non di proporre le domande e le eccezioni che siano conseguenza della domanda riconvenzionale o delle eccezioni formulate dal convenuto, le quali vanno, invece, proposte, a pena di decadenza, entro la prima udienza di trattazione. Inoltre, i giudici di legittimità ricordano come l'ordine di trattazione delle questioni (ex art. 276 c. 2 c.p.c.) imponga al giudicante di esaminare, per prime, le questioni pregiudiziali di rito rispetto a quelle di merito. La violazione della suddetta regola costituisce una causa di nullità del procedimento, che resta sanata, qualora non sia fatta valere con l'impugnazione o con l'appello incidentale nel caso in cui la parte che ne risulti svantaggiata sia quella vittoriosa in primo grado ed appellata.
#memoriaexart183cpc